Premio Francesco Arrigoni

Francesco Arrigoni, giornalista ed autore di testi sui temi dell’enogastronomia, del territorio e del turismo, ha esercitato la sua professione per diverse testate e riviste. Allievo di Luigi Veronelli, fondatore e direttore del Seminario Veronelli, è passato alle pagine del Gambero rosso e poi, negli ultimi dieci anni, a quelle del Corriere della Sera. Ha scritto di vini e cibi non per hobby ma per profonda passione e competenza: è stato cuoco, ha lavorato le vigne. Come molti di quelli che amano la terra (iniziale maiuscola o minuscola, a piacere) ha coltivato una visione etica.  Lo accompagnava la fama di avere un brutto carattere, condivisa con quelli che hanno un carattere che brutto non è, ma forte, serio, allergico a lusinghe e tentazioni, contrario a mode, sguaiataggini e violazioni assai frequenti nel mondo del mangiare e bere. Non gli piaceva stare in prima fila sotto i riflettori, piuttosto in un angolo, ma illuminato dalla sua competenza e coerenza, oltre che dalla stima degli addetti ai lavori. La sua eredità, dopo la prematura scomparsa nel 2011, è quindi di carattere morale e lascia un segno in chi sia sensibile ad una cultura del territorio che possa far emergere le sane intenzioni del saper fare.

Ne è derivato il Premio Francesco Arrigoni.

E’ attribuito da una giuria presieduta dalla famiglia di Francesco, La moglie Antonella e i figli Dante e Gregorio; gli altri giurati sono amici di Francesco e compagni di strada, fra i quali aveva un ruolo importante il giornalista Gianni Mura, recentemente scomparso, che curava ogni anno la cerimonia di consegna del premio.

Il premio ha cadenza annuale e viene assegnato il giorno del compleanno di Francesco, il 4 maggio, appunto “a una iniziativa contraddistinta, nel campo dell’enogastronomia, da una forte valenza etica”.
Consiste in cinquemila euro e un oggetto artistico realizzato da un allievo della scuola d’Arti e Mestieri F.Ricchino di Rovato.

Tre devono essere le caratteristiche fisse dell’opera: un pezzo di roccia, a ricordare la passione di Francesco per la montagna e le arrampicate, un cuore a ricordare la sua generosità (fino all’espianto degli organi) e la sua passione civile. E qualcosa che spunta dalla roccia, un albero, forse una vite, perché gli uomini possono morire, le idee no: sono come semi, portati dal vento o dagli uomini di buona volontà.

Anno 2020

Anno 2019

2 maggio 2019

Attribuito all’associazione Olivicoltori del Pratomagno

Il Comitato assegna il Premio Francesco Arrigoni 2019 all’Associazione Olivicoltori del Pratomagno di Terranuova Bracciolini (Arezzo) per aver riunito agricoltori di generazioni diverse con l’obiettivo di sostenere insieme le nuove sfide che il settore olivicolo pone a chi vuole difendere e promuovere l’olivo e l’olio come “beni comuni”.

Alle pendici del Massiccio del Pratomagno che separa il Valdarno Superiore dal Casentino, aziende agricole con decenni d’esperienza e giovani olivicoltori condividono l’impegno a favore dell’olivicoltura montana contrastando, così, l’abbandono degli oliveti e la scomparsa di una coltura complessa da cui nascono oli di pregio ma anche un paesaggio e un sistema di relazioni sociali unici e preziosi.

Un disciplinare di produzione coraggioso e innovativo, la formazione degli associati ad opera di docenti d’alto profilo, la rivendicazione di un giusto prezzo in contrapposizione alla corsa al ribasso imposta da oli industriali, spesso difettosi e di ignota provenienza, la concreta collaborazione con le comunità e le istituzioni locali, la capacità di scrivere, raccontare e comunicare in Italia e nel mondo la cultura dell’olivo e dell’olio con parole semplici e vere: in queste azioni dell’Associazione Olivicoltori del Pratomagno abbiamo riconosciuto la sensibilità e i valori di Francesco.

Premio Francesco Arrgioni
Realizzato dalla Scuola d’Arti e Mestieri F.Ricchino (Allieva Antonella Calabria per la realizzazione del quadro e Fulvio Pini per la realizzazione della cornice).
Da sinistra a destra: Antonella Calbria e Davide Castelvedere per la scuola ricchino, Claudia Pinichi presidente dell’associazione Olivicoltori Pratomagno.

Anno 2018

3 maggio 2018

Attribuito a fondazione Ernesto Pellegrini Onlus

Bella e unica nel suo genere, finora, l’iniziativa di solidarietà chiamata Casa di Ruben: un ristorante destinato ai nuovi poveri, da qualunque parte arrivino. Gli italiani sono in aumento. Un ristorante dove un pranzo completo costa un euro, bambini gratis. Trecento coperti al giorno. E non solo cibo, anche calore umano, ritessitura di una rete sociale lacerata, supporto psicologico. La giuria ringrazia la Fondazione Ernesto Pellegrini perché, nel ricordo di un brav’uomo morto di freddo, ha dimostrato che la Milano col cuore in mano esiste ancora.

Premio Arrigoni 2018

Realizzato da Daniele Bernardi e Fabio Spasiano della scuola d’arti e mestieri F.Ricchino.

Anno 2017

4 maggio 2017

Attribuito a Fondazione Francesca Pecorari Onlus San Lorenzo Isontino (Gorizia)

Francesca Pecorari era una ragazza solare, amava conoscere il mondo e aiutare chi ne aveva bisogno, soprattutto bambini e adolescenti con problemi di disagio (familiare, economico, fisico, psichico). Un incidente stradale l’ha portata via da questo mondo a 21 anni, ma aveva già ideato un modo di aiutare: un vino che non esisteva, proveniente dalle vigne di famiglia, etichetta multicolore disegnata da lei, e un nome buono: Fatto in paradiso. La famiglia ha deciso di seguire la stessa via, creando una onlus intitolata a Francesca. La vendita del vino ha finanziato la costruzione di scuole in Myanmar, India, Uganda e continuerà a finanziarle, dove più ce n’è bisogno, in accordo con il Pime (Pontificio istituto missioni estere). Fatto in paradiso nasce, tecnicamente, da uve Riesling e Sauvignon. Umanamente nasce dall’amore, dal dolore della perdita, dal desiderio di rivedere il sorriso di Francesca in tanti volti di bambini, dalla sensibilità ai mille mali del mondo e dalla volontà di attenuarli.

Anno 2016

7 maggio 2016

AI RAGAZZI DI MARAMAO

IL PREMIO FRANCESCO ARRIGONI 2016

La consegna sabato 7 maggio alle 11 nel Monastero San Pietro in Lamosa, Provaglio d’Iseo.

 

Il Premio Francesco Arrigoni 2016 va ai ragazzi della start up agricola Maramao. Sarà consegnato da Antonella Colleoni, insieme ai figli e alla giuria, sabato 7 maggio alle 11 nel monastero San Pietro in Lamosa di Provaglio d’Iseo.

LA MOTIVAZIONE

Oggi si parla molto di muri e purtroppo non ci si ferma alle parole: si costruiscono.

I muri, per Francesco Arrigoni, erano le pareti verticali delle montagne che amava,

muri creati dalla natura e non dagli uomini. Ci sono barriere visibili, fatte d’acqua, di mattoni, di fil di ferro, di steccati. E barriere invisibili, fatte di indifferenza, egoismo, ignoranza, pregiudizio. Sono le più difficili da abbattere e da superare.

Nella quarta edizione del Premio Arrigoni siamo felici di avere con noi i ragazzi di Maramao perché la loro esperienza dimostra che è possibile ideare e realizzare con successo una cooperativa strettamente legata alla terra, che è di tutti e dove tutti hanno o dovrebbero avere il diritto, riconosciuto, di lavorare e vivere con dignità. Dimostra che “Yes, we can” si può dire anche in dialetto piemontese. Dimostra che richiedenti asilo e rifugiati possono integrarsi nella nostra realtà, basta concedergli un’occasione. Dimostra che nella coltivazione dei pomodori non è obbligatorio lo sfruttamento. Dimostra che è possibile lavorare gli uni con gli altri e non gli uni per gli altri. Tra le vigne e i noccioleti, tra le insalate e le zucchine, si coltiva anche qualcosa di più prezioso: la speranza in un mondo migliore.

Anno 2015

PRESENTAZIONE

Buongiorno a tutti. Per il premio Arrigoni di quest’anno è stato scelto un mio progetto.

Rispettando la richiesta di ogni anno, di realizzare una piccola opera che rappresentasse i tre elementi (la pietra, il cuore e l’albero), questo è il primo anno in cui per un progetto è stato usato il colore. Questo perché per me è importante in un’opera, ho voluto dare valore al legno grazie ad esso. Il colore rende vivo l’oggetto, per questo ho scelto di usare dei colori che non coprissero le venature del legno, ma che anzi lo esaltassero. Il lucido finale rende questo solo più evidente, riuscendo a far emergere dal corpo sfumature inaspettate. Inaspettate non solo grazie alla vernice, ma anche perché non c’è controllo quando usi i colori in questo modo, l’acqua rende imprevedibile l’effetto, lo puoi intuire con l’esperienza, dopo aver fatto molte prove, ma il risultato è sempre aldilà del tuo controllo.

Primo anno anche per l’uso del legno come materiale. Perché, come per l’uso del colore, anche il materiale, il legno di acero, è un uso nuovo.

La struttura non è singola, ma è rappresentata da 5 componenti. Questo per permettere ai rami d’intrecciarsi, al cuore nel tronco di prendere profondità. Mi piace creare cose che non hanno un solo punto di vista, ma che possono essere guardate da diverse angolazioni. Dal chiaro allo scuro, dallo scuro al chiaro. Il davanti è il dietro, il dietro è il davanti. Creare una dualità.

Un albero non vive, però, senza un sostegno. In questo caso ho scelto la pietra, lavorata in modo da darle un’aria grezza, naturale. Solida, per permettere alle radici virtuali di attecchire.

Mi è piaciuto realizzarlo e ringrazio chi mi ha aiutato, come Davide Castelvedere, il mio maestro al corso di Pittura della scuola Ricchino, Fulvio Pini e Luca Maffi del corso di falegnameria, che hanno realizzato le sagome dell’albero e ci hanno aiutato con le finiture. Grazie a tutti.

3 Maggio 2015

AL CASARO GUGLIELMO LOCATELLI
IL PREMIO FRANCESCO ARRIGONI 2015
Sarà consegnato domenica 3 maggio alle 11 nel Monastero San Pietro in Lamosa, Provaglio d’Iseo.

“Dopo Libera e i pescatori di Lampedusa, il premio che ricorda Francesco Arrigoni è attribuito a Guglielmo Locatelli. Una persona, non un’associazione o un gruppo. Una persona non isolata, perché ha coinvolto la famiglia nel salvare dall’estinzione un formaggio raro, lo Strachitunt. Il premio vuol essere un riconoscimento al duro lavoro del casaro, sui pascoli di montagna.

Un lavoro che Guglielmo ha iniziato da ragazzo e ancora oggi, passata l’ottantina,
non ha abbandonato. Un lavoro che altri definirebbero una missione. La giuria, che preferisce volare basso, applaude in Guglielmo Locatelli un infaticabile camminatore sui sentieri della storia, delle radici, delle tradizioni, un luminoso esempio di “operaio dell’ombra” che s’è impegnato per tramandare e
salvare quel che di bello e buono sanno offrire i monti di Lombardia. Lo Strachitunt può solo ringraziarlo, e noi con lui”.

È questa la motivazione della terza edizione del Premio Francesco Arrigoni che sarà consegnato da Antonella Colleoni insieme ai figli e alla giuria domenica 3 maggio alle 11 nel monastero San Pietro in Lamosa di Provaglio (Brescia) al casaro Guglielmo Locatelli.

Anno 2014

PREMIO FRANCESCO ARRIGONI 2014: genesi di una “piccola opera”

Una roccia, un albero e un cuore sono stati anche quest’anno gli elementi fondamentali, simbolici e concreti, da cui partire per la realizzazione del premio Arrigoni da parte della Scuola d’Arti e Mestieri “Francesco Ricchino” di Rovato.
Il concorso per la realizzazione del manufatto ha visto come vincitore il progetto di Daniela Conforti, allieva al secondo anno del corso di disegno e pittura. Con estrema semplicità, ma anche con grande raffinatezza il progetto di Daniela prevedeva un albero fatto di fili di rame intrecciati che “nascessero” letteralmente dalla roccia, e prevedeva inoltre che alcuni di questi fili di diverso colore, intrecciandosi con altro andamento, dessero vita alla sagoma del cuore.
Il manufatto artistico è stato realizzato dal maestro del ferro Enrico Bonfadini e dagli allievi del suo corso di sbalzo su rame, che si sono fatti interpreti in maniera scrupolosa del progetto della Conforti. La quale, per prima cosa, ha voluto ricercare personalmente la pietra che avrebbe fatto da basamento, trovando un corrispettivo alla sua idea iniziale (e idealmente alla passione di Arrigoni per la montagna), in un pezzo di roccia proveniente dalla sorgente del Giaive nei pressi di Pezzuolo, località montana sopra Sale Marasino, sul lago d’Iseo.
Bonfadini e “i suoi” hanno poi dato vita all’elemento dell’albero, piegando, intrecciando, scaldando e saldando tondini di rame di diverso diametro; gli stessi tondini che, in piccoli segmenti battuti singolarmente si sono trasformati nelle sagome delle diverse foglie, successivamente saldate alla struttura.
Infine la scelta delle tonalità di colore: il calore della fiamma e altri sapienti accorgimenti hanno permesso di ossidare il rame di albero e foglie con diverse sfumature dal grigio bruno al verde, riservando all’elemento del cuore e alle foglie da esso circoscritte il colore rosso del rame naturale, che richiama fra l’altro i toni caldi del basamento in pietra.

Perché è da essa che simbolicamente tutto ha origine.

Davide Castelvedere
direttore artistico

4 maggio 2014

IL PREMIO FRANCESCO ARRIGONI 2014

AI PESCATORI DI LAMPEDUSA

Sarà consegnato all’assessore-pescatore Vincenzo Billeci

in rappresentanza dei lavoratori del mare.

Domenica 4 maggio alle 11

nel Monastero San Pietro in Lamosa, Provaglio d’Iseo.

“L’antico e duro lavoro dei pescatori di Lampedusa è cambiato. Non solo pesci, nel mare vicino all’isola della speranza, ma centinaia, migliaia di migranti, non tutti vivi purtroppo. La legge del mare, aiutare chi è in difficoltà, non è scritta come altre, anche sbagliate, e i pescatori di Lampedusa la rispettano: sempre in prima fila, da anni, in una catena di solidarietà e coraggio che fa onore ai lavoratori del mare”.

È questa la motivazione dell’edizione 2014 del Premio Francesco Arrigoni che sarà consegnato da Antonella Colleoni insieme ai figli e alla giuria domenica 4 maggio alle 10,30 nel monastero San Pietro in Lamosa di Provaglio (Bergamo) a Vincenzo Billeci, assessore-pescatore di Lampedusa in rappresentanza dei lavoratori del mare.

Domenica 4 maggio 2014

Ore 10.30

Monastero San Pietro in Lamosa di Provaglio

R.S.V.P.  – t. 035.799709 colleona@tin. t. 035 0583 316509 – info@cinquesensi.it

grazie di cuore a chi ha scelto di sostenere il premio 

 

CONSEGNA DEL PREMIO FRANCESCO ARRIGONI 2014

Il 4 maggio alle 11 nel monastero San Pietro in Lamosa di Provaglio (Brescia) sarà consegnato il Premio Francesco Arrigoni 2014 a una iniziativa contraddistinta da una forte valenza etica.

Attribuito da una giuria che ha per presidente Antonella Colleoni, moglie di Francesco, e suo figlio Dante tra i giurati – gli altri giurati sono amici di Francesco e compagni di strada – ha cadenza annuale e viene assegnato il giorno del compleanno di Francesco, il 4 maggio appunto.

Il premio

Il premio consiste in 5.000 (cinquemila) euro e un oggetto artistico ogni anno diverso ma con tre caratteristiche fisse:

  • un pezzo di roccia, a ricordare la passione di Francesco per la montagna e le arrampicate,
  • un cuore a ricordare la sua generosità (fino all’espianto degli organi) e la sua passione civile,
  • e qualcosa che spunta dalla roccia, forse una vite, perché gli uomini possono morire, le idee no: sono come semi, portati dal vento o dagli uomini di buona volontà.

La prima edizione – 2013

Lo scorso anno, per la prima edizione, la Giuria ha individuato in Libera Terra, l’associazione nata con l’obiettivo di valorizzare territori stupendi ma difficili, partendo dal recupero sociale e produttivo dei beni confiscati alla criminalità organizzata per ottenere prodotti di alta qualità attraverso metodi rispettosi dell’ambiente e della dignità della persona, l’iniziativa coerente con le finalità date. Fu don Luigi Ciotti a ritirare il premio a Provaglio.

Francesco Arrigoni

Francesco Arrigoni, giornalista bergamasco di schiena dritta, morto improvvisamente a 52 anni, ha avuto una vita breve ma ha saputo riempirla di cose buone e giuste.

Allievo di Luigi Veronelli, fondatore e direttore del Seminario Veronelli, è passato alle pagine del Gambero Rosso e poi, negli ultimi dieci anni, a quelle del Corriere della Sera.

Ha scritto di vini e cibi non per hobby ma per profonda passione e competenza: è stato cuoco, ha lavorato le vigne.

Come molti di quelli che amano la terra (iniziale maiuscola o minuscola, a piacere) ha coltivato una visione etica.

Lo accompagnava la fama di avere un brutto carattere, condivisa con quelli che hanno un carattere che brutto non è, ma forte, serio, allergico a lusinghe e tentazioni, contrario a mode, sguaiataggini e violazioni assai frequenti nel mondo del mangiare e bere.

Non gli piaceva stare in prima fila sotto i riflettori, piuttosto in un angolo, ma illuminato dalla sua competenza e coerenza, oltre che dalla stima degli addetti ai lavori.

Indirizzo

Scuola d'Arti e Mestieri
Francesco Ricchino - APS

Via Ettore Spalenza, 27 - Rovato (BS)

(Presso i locali messi a disposizione dalla Fondazione Lodovico Cossandi)

Codice Fiscale: 91003960175

PEC: francesco.ricchino@pec.it

Contatti

Tel. (Fax) +39 030 7702101

Cell. +39 339 7290317 dalle 17.00 alle 19.00

segreteria@scuolaricchino.org

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Dal 15 settembre al 15 giugno
Il Sabato dalle 14.00 alle 17.00

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